mercoledì 30 aprile 2008

Dieci modi per mandare tutto a puttane

1) Essere gelosi ossessivi
2) Avere perennemente le palle girate
3) Essere polemici, anche se si ha torto
4) Non farsi gli affari propri, soprattutto nei modi meno etici, quelli che fanno nascere i "bellissimi sensi di colpa"
5) Non parlare e non dire quel che si pensa
6) Creare stupidi giochi autolesionisti che mettano a dura prova la persona che ami
7) Far finta che tutto vada bene
8) Essere ignari della parola "fiducia"
9) Cercare continue conferme paragonando se stessi alle altre donne
10) Non capire mai un cazzo di te e della persona che ami

Quindi se vuoi che la tua storia vada lentamente e precipitosamente a puttane utilizza l'efficacissimo metodo "Giara": non te ne pentirai (al momento) perchè se sei orgoglioso, permaloso, stupido e poco coerente sarai sicurissimo d'aver ragione e di esser il detentore della verità; ma come per magia la realtà ti sorprenderà, con un colpo di scena, facendoti rimanere a bocca aperta e facendoti pensare "Quanto son mona!". Metodo efficace con chiunque, anche con chi non si arrabbia ed ha tanta pazienza; testato personalmente.
Quindi amici (lettori) se siete terribilmente innamorati ma amate il rischio, quello vero da cui forse non potreste mai tornare indietro: seguite il fantastico metodo "Giara"; altrimenti se siete innamorati ed un po' coscienziosi unitevi anche voi al fantastico fan club "Giara è stupida", di cui io sono fondatrice, socia onoraria, ordinaria, coordinatrice e soggetto del club!
Il prodotto non è acquistabile, ma solamente imitabile...
Detto ciò vi auguro di vivere meglio e di cambiare atteggiamento! Saluti!

lunedì 28 aprile 2008

Ritardi ed attese

[...Era tardissimo e dovevo prendere la 48 da casa di mia nonna; l'autobus avrebbe viaggiato per giorni e giorni ed io ero in ritardo. Dovevo presentarmi a scuola, in città e ad un concerto dei Red Hot Chili Peppers. Persi il primo autobus, ed anche il secondo.
Cambio scena
Fuori ormai era notte, il cielo era rosso fuoco e pioveva lava dal cielo, lava e pioggia ricoprivano la strada. Guardavo Trieste dalla finestra del soggiorno di casa di mia nonna e tutto era rosso inferno.
Cambio scena
Finalmente presi la 48, dopo ore di ritardo: passammo sopra ad una camionale e per delle stradine medievali piccolissime e molto strette; il tempo nel frattempo non era cambiato: anzi peggiorato.
Cambio scena
La 48 fermò proprio vicino al luogo del concerto: un grande palazzone in cemento diroccato e mezzo distrutto, situato nella periferia di ogni città, quasi ai margini della civiltà e della realtà; onde umane si dirigevano verso l'entrata, chi coi biglietti, chi senza. Io il mio, m'accorsi, d'averlo perso. E ora come avrei fatto? Quello era il biglietto che mi aveva regalato Nik per riallacciare i rapporti.
Cambio scena
Entrai benchè il concerto fosse già iniziato da un bel po', e stavano proprio suonando una delle mie canzoni preferite: Slow Cheetah http://it.youtube.com/watch?v=AR6daoLd1VY. Mi venivano le lacrime: avevo perso il biglietto che mi aveva regalato Nik, non potevo esser lì mentre suonavano quella canzone. Entrai di corsa, totalmente vestita di nero, e mi recai subito nelle stanze-letto che stavano sotto il palco. Queste erano formate da delle vecchie mura di cemento, senza tettoia: dentro c'erano Nik, Marco il moroso di Yola, e ancora qualcuno che conoscevo. Tutti erano mezzi nudi e si stavano cambiando per assistere al concerto. Io stavo solamente aspettando loro...]

Ricordi giovanili

[...Parlavo assieme a qualcuno delle varie discoteche che erano frequentate nel periodo delle medie: mandracchio, jack in the box, vanilla... e parlavo pure di chi le frequentava: "Stipa", mio compagno di classe di cui mi ero terribilmente infatuata perchè più grande, bocciato, rozzo e deliquente; "Salvo", mio compagno di nuoto, più grande, alto, moro e che andava già alle superiori.
Cambio scena
Mi trovai a casa di Allegra, mia compagna delle medie; ero seduta sul divano del suo bellissimo salotto, proprio davanti al caminetto, e vicino c'era Stipa che stava pensando d'andare al Mandracchio: se lui c'andava allora ci sarei dovuta andare anch'io, pur di conquistarlo.
Cambio scena
Al piano di sotto c'era un cinema porno degli anni '20: donne nude in bianco e nero si spogliavano dinanzi a uomini dai baffi colti, esibendo le loro forme e lasciandosi andare al sesso più sfrenato.
Cambio scena
Al piano superiore invece, proprio nella sala da pranza, seduto attorno ad una tavola rotonda c'era il mio professore di psicologia sociale A. Carnaghi, che mi diceva che benchè la società non accettasse la pornografia io dovevo guardare quei film, perchè mi avrebbero istruita per la mia carriera da sessuologa...]

Non è mai troppo tardi per ricominciare

[...diluviava a dirotto; presi la moto e passai la galleria di Montebello: dovevo andare al Galilei. Dato che pioveva attaccai la mia moto, di vecchio stile, al portapacchi di una vecchia zastava rosso mattone modello sovietico! Chi la guidava non si accorse di ciò, quindi io dovetti rincorrerli per tutta via vergerio; ma questi improvvisamente girarono contromano per via del ghirlandaio, poichè dovevano mettere la "bellissima" macchina nel garage! Io li rincorsi dicendogli che dovevo prendere la moto.
Cambio scena
Presi la macchina perchè pioveva decisamente troppo: la mercedes bianca. Erano quasi le 8.10 e stava per iniziare scuola: era veramente tardissimo. Mia mamma mi trovò un parcheggio sotto il portone di casa di Marco, il moroso di Yola. Io le dissi di attendere: tornai a casa con la macchina perchè dovevo assolutamente truccarmi: ero uscita senza crema e senza fondotinta!!! e in quelle condizioni non potevo di certo andare in giro; ma la strada da fare, benchè non fosse tanta, era molto trafficata a causa del tempo che non era dei migliori.
Cambio scena
Invece che prendere la strada per la galleria di montebello andai verso la val Rosandra. Lì trovai Paolo con suo nipote Giacomo, Franco e Barbara che stavamo assieme, Tiziana la mamma di mio moroso, e qualche mio conoscente che mi guardava mentre osservavo le pietre.
Cambio scena
Dovevo arrampicare una difficilissima parete di quarzo grigio, che aveva un'aria molto spenta e triste: sentirlo e toccarlo mi provocava un'immensa malinconia. Dall'alto della mia scalata libera, senza corda, nè imbrago, ma scalza e ben vestista, chiedevo a Tiziana come potesse esserci del quarzo grigio in valle; mi sentì immediatamente sotto osservatorio, poichè lei iniziò a chiedermi per filo e per segno, come era solita fare la mia professoressa di geologia, le qualità delle rocce e del quarzo, nonchè la scala di Mohs. Paolo teneva Giacomo per mano e gli spiegava le varie pecularità di quel che lo circondava, facendo capire al bambino l'importanza di quel che era presente senza soffermarsi troppo sulle caratteristiche delle pietre e dei minerali vari. Franco e Barbara: lei ben vestista e molto bella, lui con un giubotto rosso e totalmente pelato, discutevano del fatto che forse avevano sbagliato tanto, ma che non era mai troppo tardi per ricominciare ad amarsi... Io continuavo a scalare... continuavo e continuavo... a piedi scalzi...]

sabato 26 aprile 2008

Giocare è bello! Parlare di se stessi ancor di più!

E' difficile scrivere un'introduzione, nonchè spiegare il senso di questo "gioco". In realtà non è difficile, ma è difficile per me, che voglio render sempre tutto così pomposo e barocco...Detto in parole terribilmente molto povere:Sono andata sul blog di Paolo (http://amfortas.splinder.com/) e ho iniziato a leggere quella colorita e simpatica descrizione che ha fatto di se stesso. L'ho letta, mi ha fatto ridere e sorridere e poi mi son ritrovata nella lista delle sei persone che dovevano "partecipare al gioco".

Quindi, ordunque:
- indicare il link di chi vi ha coinvolti (Paolo, l'ho detto... da non confondere con Guglia, ma da confondere con uno dei fratelli Bullo!)
- inserire il regolamento del gioco sul blog (credo sia questo... mah...)
- citare sei cose che vi piace fare (citerò)
- coinvolgere altre sei persone (coinvolgerò)
- comunicare l'invito sul loro blog (comunicherò)

1) Quando ho del tempo libero, non ho da studiare o da far altre cose, amo mettermi davanti al computer e perder ore a far stronzate, nel vero senso della parola. Dove per stronzate intendo, dapprima aprire youtube e guardarmi gli innumerevoli, ormai visti e rivisti, sketch di Maccio Capatonda e di Mariottide. Poi apro i vari blog (Gubbo, Sid, Paolo...) e in base al momento ed al blogger posto un commento più o meno stupido o più o meno intelligente. Nel frattempo apro "yahoo answer" ed inizio a leggere tutte le varie domande della sezione "salute mentale" (che è quella che preferisco) e non solo, quindi mi animo di cavolate e lascio qualche risposta.

2) Ho sempre amato romper le palle alla gente e dar fastidio, talmente da farla innervosire. Citerò dunque i migliori momenti: alle elementari durante l'ora di pranzo ognuno di noi, a turno, doveva alzarsi ed andare in cucina a riempire la brocca dell'acqua; quel giorno era toccato a Giulio Cante: Giulio si alzò con la brocca vuota e tornò con la brocca piena, ma io nel contempo stavo pensando a chissà quale "scherzone" fargli e così mi venne in mente: proprio quando si stava sedendo sulla sedia, con la brocca in mano, io gli allontanai la sedia, così lui cadde a terra e la brocca gli si rovesciò addosso!!! tutti ridevano: io e lui compresi (le maestre un po' meno, infatti mi misero in punizione per una settimana intera).Una sera mia mamma e mio papà dovevano uscire per andare a quei soliti concerti che si fanno i primi giorni di gennaio al palatrieste, ed avrebbero salutato sindaco, gente della confcommercio e chi più ne ha più ne metta. Quel pomeriggio mia mamma mi aveva fatto alterare terribilimente, quindi, giustamente, pensai di attaccarle un pezzo di scotch (molto grande e molto lungo, ricordo) sulla parte bassa della gonna (a metà serata mi arrivò una telefonata da parte sua in cui mi diceva che evidentemente aveva partorito una figlia stupida).D'altro lato, esiste pure la sfacettatura negativa e per niente etica del romper le palle: il vendicarsi. Infatti amo vendicarmi di chi mi fa un torto. Lo so che non è moralmente corretto, ma chi se ne frega, dico io: se qualcuno mi prende il culo, mi insulta o quant'altro riceverà sicuramente, da parte mia, qualcosa in cambio.Nella mia vecchia classe delle superiori c'era un individio che stava antipatico a tutti, in particolare a me. Venni a sapere, un giorno, che lui mi sfotteva terribilmente con tutti. Decisi dunque, che dal giorno seguente la sua media scolastica, che era molto traballante già di suo, sarebbe arrivata ad un punto di non ritorno! Essendo sempre stata una delle più brave in latino, ed essendo sempre stata molto buona e simpatica passavo la versione a tutti, facendo prendere anche dei signori voti! Ma lui, stranamente (si noti il tono ironico), era l'unico che, benchè mi chiedesse la versione, continuasse a prendere 3 o 4. Dedicavo 10 o 15 minuti del tempo concesso per il compito alla stesura perfetta di una storia puramente inventata, dai toni latini, logicamente, che davo unicamente a lui!

3) Amo ascoltare la gente, la gente sconosciuta che incontro per strada, sugli autobus, in momenti a caso della mia giornata. Amo sentire le loro storie: più son diverse dalle mie più son affascinanti. Amo idealizzare alcune persone, al punto da renderle immortali ai miei occhi ed invincibili. Amo ascoltare la gente conosciuta, molto conosciuta che riesce a farmi capire realmente quel che gli passa per la testa...
Amo immaginare che loro sanno che ci sono, benchè, sono tristemente consapevoli della mia freddezza sentimentale e della mia terribile difficoltà psicologia nel dimostrar qualsiasi forma di affetto.

4) Amo star "per le mie", isolarmi nei miei pensieri e nelle mie scritture, che mi aiutano ad esternare ciò che penso. Ho sempre letto molto, sia che fossi in solitudine, che in compagnia (lunghi viaggi in treno o in aereo, pomeriggi al mare...), e tornata a casa la prima cosa che facevo era prender spunto da quegli scritti per la mia vita reale. Ho sempre amato sottolineare piccole frasi o piccoli pensieri che leggevo e rileggevo sui libri. E tutto ciò mi ha sempre accompagnata in quello che io chiamo "mondo onirico", quell'unica fetta della mia realtà in cui so di esser realmente me stessa; quell'unica fetta di verità in cui se voglio ammazzo qualcuno, vado a letto con una donna o giro nuda per la città.

5) Amo la mia poca sistematicità e la mia vita incasinata che mi porta, sempre e comunque, a far le cose di corsa e ad arrivare perennemente e costantemente in ritardo! Amo dunque il correr di qua e di la coi minuti contati sapendo che riuscirò a far tutto solamente per una qualche mistica grazia divina. E tutto ciò si rispecchia in quel che scrivo: incasinato, dai periodi terribilmente lunghi e noiosi, dalle parole inventate (quiddita... per esempio) e dai concetti comprensibili solamente da chi mi conosce, almeno un po'... Magari ascoltando quella musica gotica, ma talmente gotica che non è attribuibile nemmeno al medioevo più sacro (QNTAL, mediaeval baebes, corvus corax...), o quella musica talmente celtica, dalla scozzese alla brenote, passando per un po' d'irlandese e gallese, che ti fa venire i brividi alla sola idea... (Deanta, Danu...)

6) Amo uscir di casa vestita e "conciata" in maniera terribilmente pacchiana: pantaloni rossi iper attillati, corpetti neri super stretti, cerchietti di tutti i colori, stivali alti di pelle, rossetto bordeaux o rosso "via roma" (è questo l'aggettivo che gli è stato attribuito)... Amo parlar con toni pomposi ed espressioni latine (come: conditio sine qua non, in primis, ex aequo...). Amo metter le scarpe con i tacchi, talmente alti da prender quei 10 centimetri che mi mancano.

Avrei da aggiungere altre mille cose... ma credo di aver anche sforato le "sei possibilità" concessemi...

Coinvolgo in questo "simpatico" gioco:
- Gubbo, alias mio moroso: http://www.facciapienadilarve.it/wp/
- Sid, alias "un mio amico ghey" (non è ghey, anzi... è molto etero!!!): www.sugata.eu
- Paolo Guglia, alias "della SAS": http://radici-trieste.blogspot.com/
- Borzo, alias "borzo" (non ho altri modi per definirlo... sarà che non lo conosco nemmeno molto bene!): http://borzo2.blogspot.com/
- Giulia, alias "Giu, che conosce un sacco di cose di me, pur non avendomi mai vista...": http://migiustifico.giovani.it/
- Yola, alias "La mia amica, non una, ma LA": http://yola1988italy.spaces.live.com/

sabato 19 aprile 2008

Amori confusi sotto una pioggia muggesana

[...Ero in Via Roma a Muggia; pioveva a dirotto e dovevo raggiungere in un pub Sid, mio moroso Marco ed altri loro amici poichè erano appena tornati da un lungo e stancante viaggio in montagna, una sorta di altavia: entrai nel pub, feci per salutare tutti quando Marco si girò dall'altra parte, senza salutarmi, senza dirmi nemmeno un "ciao" o guardarmi in faccia. Io non capii quel gesto, ma non mi posi nemmeno il problema del perchè avesse potuto fare così. Salutai e me ne andai.
Cambio scena
Cambiai locale per raggiungere altri miei amici; appena entrata c'erano Nik e Gigi, che erano altri due miei morosi... e nemmeno loro sprizzarono di gioia nel vedermi: infatti non mi salutarono!
Cambio scena
Non capivo chi era realmente il mio ragazzo: Marco? che forse avevo tradito, o da cui forse ero stata tradita; Nik? che non mi rivolgeva nemmeno la parola; Gigi? che pensava solamente a bere birrette ed a falsificare le schede elettorali. Avevo le idee molto confuse.
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Presi la macchina per andare a Muggia, verso il Villaggio del pescatore; c'era un tempo veramente straordinario: un sole meraviglioso stava tramontando sul mare. Che bella vista che deve avere Grido da casa sua, pensai. E anche Martina e Walter... Infatti se guardavo molto attentamente verso punta sottile potevo scorgere una donna dalle forme molto pronunciate che entrava nel mare basgnato dal sole.
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Incontrai per caso Josko assieme al suo amico Sebastiano; io stavo uscendo da un supermercato che is trovava in mezzo tra il Bar Europa e tra la Farmacia; mi accorsi che fuori stava quasi grandinando e caricai i due ragazzi di corsa in macchina, ed iniziai a guidare per tutta Muggia: da Lazzaretto a Santa Barbara.
Cambio scena
Iniziai a percorrere la discesa curvilinea, sotto la pioggia, del Villaggio del pescatore ma i freni funzionavano poco, molto poco, e Sebastiano dovette intervenire per fermare la macchina, affinchè non scivolasse giù.
Cambio scena
Josko mi disse che Sebastiano c'era anche alla mia festa; scesero dalla macchina, io diedi a loro l'ombrello; mi cambiai di posto sedendomi dietro, e mi addormetai in macchina sotto la pioggia, aspettando che mia mamma mi venisse a prendere. ...]

giovedì 17 aprile 2008

Mondo Marcio

Andavo avanti e indietro tra la mia camera e le altre stanze della casa: c'era una tal confusione, che più che esser materiale era nella mia mente... D'improvviso mi vedevo il passato difronte, così come il presente, ma non vedevo il futuro, perchè gli occhi erano fermi fissi sul passato. Fare una stesa di carte? non era sicuramente il modo migliore per superare quel trauma sentimentale che mi portavo avanti da anni...
Cambio scena
Decisi di fermarmi in camera mia per riflettere: mi sedetti accanto al letto.
Il letto era disfatto: sopra le lenzuona rosse c'era una bellissima scarpena dai colori vivissimi, già morta, ma era talmente grande che non sapevo da che parte iniziare per pulirla, e non sapevo nemmeno se dovevo aprirla... Sulle mensole dietro al letto c'erano un contenitore di vetro con dentro molta coca-cola, e vicino una grande scatola di pomodorini ciliegino ormai mezzi ammuffiti, che emanavano una puzza a dir poco atroce.
Cambio scena
Mi guardavo e riguardavo attorno; la scarpena era sempre nelle mie mani... mi prese sete ed aprii il contenitore di vetro con dentro la coca-cola, ormai svampita e quasi imbevibile... ma fu la puzza atroce dei pomodorini che attirò la mia attenzione: li guardai da lontano e cercai di osservare la muffa nei minimi particolari, non accorgendomi che non stavo facendo nient'altro che annusare ancora quell'orribile odore.
Cambio scena
Tirai le mie conclusioni: la sarpena era troppo grande per me da pulire, ed ormai tutto il letto puzzava di pesce; la coca-cola era svampita ed imbevibile; i pomodorini avevano una puzza di marcio come mai l'avevo sentita.

martedì 15 aprile 2008

Stupida, ignorante, barbara, razzista, intollerante, antidemocratica, anticivile, incosciente, bifolca, polentona ed armata di fucile...

Avrei sempre voluto tener fuori dalla politica e dall'attualità italiana, europea e mondiale questo blog; eppure ieri qualcosa o qualcuno mi ha spinto a scrivere.
Le elezioni sono andate come sono andate, c'è chi è più felice, chi meno; chi parla di "invasioni barbare", chi di "demolizione dello stato di diritto" chi di "rialzati italia" e di "camicie verdi".
Ci son stati sorrisi smaglianti, delusioni, aspettative cadute in basso, sentimenti di schifo e chi più ne ha più ne metta... eppure mi sento di dire solamente una cosa, ispirandomi a Voltaire, grandissimo filosofo illuminista: "non condivido quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dire quelle cose".
Sono stata insultata, definita stupida, ignorante, barbara, razzista, intollerante, antidemocratica, anticivile, incosciente, bifolca, polentona ed armata di fucile, scacciacani e forca, a causa del voto che ho democraticamente, coscienziosamente e liberamente espresso!
Sono circondata da diverse persone che non condividono i miei ideali, che qualcuno potrebbe dire che son cambiati dal giorno alla notte; nonostante ciò io non mi sono mai permessa di insultare e di giudicare la scelta politica di un altro, che la pensasse diversamente da me. Ho potuto condividere e non condividere, ma quando a giudicarmi sono state persone che avrei pensato avrebbero accettato il mio punto di vista, le loro frasi: "mi hai deluso", "solo uno stupido ed un ignorante vota come te" mi hanno fatto riflettere su quanta importanza dessero loro alla realtà politica, e quanta poca invece alla persona in sè. E che evitino di dirmi che l'idea politica forma la persona: ci son cose ben più importanti di un pensiero sul federalismo o sul precariato...
Cosa posso concludere? che forse la stupida, l'ignorante, la barbara, la razzista, l'intollerante, l'antidemocratica, l'anticivile, l'incosciente, la bifolca e la polentona armata di fucile, scacciacani e forca non sono io, ma chi non rispetta la mia scelta e non capisce che c'è una persona al di là di una X che ho fatto sopra una scheda elettorale.
E con questo ho concluso!

martedì 8 aprile 2008

In amore vince l'amante

[... Stavo andando a dormire a casa di quello che sarebbe diventato nell'arco di poche ore il mio amante; anche lui, come mio moroso, si chiamava Marco. Gli mandai un messaggio dicendogli che non potevo tornare a casa per quella notte, pertanto lui avrebbe dovuto ospitarmi nella sua casa in mezzo ai boschi. Arrivai là e mi sistemai; uscimmo per bere qualcosa e io mi ubriacai veramente di brutto; tanto da non ricordare nulla la mattina seguente.
Cambio scena
Ero davanti al porticato di casa sua e speravo che lui provasse gli stessi sentimenti che provavo io... mi stavo innamorando pure di lui... ero persa, e non mi sentivo in colpa per Marco (mio moroso), anzi la cosa mi attizzava. In quel momento riuscii a leggere il suo messaggio: Grazie! Mi aveva detto grazie. Mi abbracciò e decidemmo di partire per la montagna. Ma prima gli chiesi cosa era accaduta la sera prima e mi disse che avevo bevuto talmente tanto che avevo perso il controllo delle mie azioni, tanto che il preconscio aveva liberato qualche desiderio istintuale, un po' cammuffato però...
Cambio scena
Eravamo in montagna e stavamo facendo una ferrata, io lui e Yola, l'unica che sapeva di me e lui. Parlavo con lui del fatto che secondo mia mamma avrei dovuto lasciare il moroso se volevo stare con lui e gli dissi che non lo so "non so cosa fare di Marco, che ridere entrambi siete Marco, e vi anche conoscete..."...]

giovedì 3 aprile 2008

Bellezza e Amore

[...H3 quinto piano. Ero assieme a qualcuno che stava stampando, ma nel contempo andava su siti porno, pesantemente porno! talmente porno che a momenti oltrepassavano il limite della pornografia, per cadere nell'oblio della perversione. Questo qualcuno, dal'aspetto femminile, e dall'animo molto paziente si mise a stampare. Ma i fogli che lei aveva inviato verso la stampa non uscivano. Invece la stampante che era collegata al suo computer iniziò a sputare le stampe di tutti gli altri studenti! "Hai avuto proprio sfiga" le dissi. "Già, ora, dovrò anche distribuire tutti i fogli... meno male che ho pazienza... e non sono come te...".
Cambio scena
Io e la mia ex classe, assieme ad altre persone ed alla Pulvi ci trovavamo in delle grandi stanze e ci stavamo preparando per dormire e per partire allo stesso tempo (ci attendenva un lungo viaggio prima delle elezioni). Le stanze erano grigie, poco illuminate e piene zeppe di banchi e sedie: noi ci accampammo un po' qua, un po' là, senza badar troppo a dove sistemarci. C'erano Nik, Yola... ma più mi guardavo attorno, più mi rendevo conto di non conoscere chi mi circondava. Una ragazza con una malformazione al petto mi colpì particolarmente, parlava con Eleonora, la morosa di Sid. Questa ragazza si spoglio e iniziò a chiedere a gran voce, rivolta soprattutto verso Yola e Riccardo se il suo seno era abbastanza formoso. Riccardo, con una delicatezza a dir pocco nulla, le fece notare ironicamente la malformazione che questa aveva: un grande pezzo di carne, dalla forma fallica, che le fuoriusciva dal petto. Io, com'è solito che faccia, iniziai a fissarla... non riuscivo a distoglierle lo sguardo di dosso. Ma subito pensai al fatto che forse la fissavo talmente tanto perchè soffrivo di medorthofobia (paura dei peni eretti)... eppure non avevo mai sofferto di questa fobia... non capii molto in quei momenti.
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La ragazza ed Eleonora parlavano dell'ex ragazzo di Eleonora. Io mi misi in mezzo al discorso, ed ascoltavo. Eleonora raccontava che era stata lasciata, che lui col tempo era cambiato, e che se anche stava da due anni con Sid, avrebbe voluto tornare con lui a momenti, forse per il solo desiderio di vedere come sarebbe ora la loro nuova storia, pur sapendo che in verità sotto sotto amava Sid. Io pensai immediatamente a quanti amori nascono e finiscono così: gente che si lascia perchè non è in grado di affrontar i problemi; gente che si innamora fittiziamente continuando ad amare l'amore passato...
Cambio scena
Riflettevo su me stessa: non avevo malformazioni, ero innamorata ed amata. E guardavo tutti gli altri, Pulvi compresa che non faceva altro che parlar di politica difendendo i ragazzi della Fiamma Tricolore, sorridendo; perchè sapevo che chi più, chi meno, chi prima, chi dopo, sarebbe stato sereno almeno quanto me! ...]


[P.S. Per Paolo (Bullo, non Guglia): sto finendo di fare il gioco, ma ora che son sotto esami non ho molto tempo per pensare... e quella cosa richiede MOLTO MOLTO TEMPO, almeno per quano mi riguarda! Scrivere sogni invece mi libera, mi rilassa e non mi fa pensare più di tanto, se non ricordare!!!]

mercoledì 2 aprile 2008

L'importante è far festa!

[...Mi stavo preparando per la festa: sarebbero venuti Giorgio e Tiziana, i genitori di Marco, i nonni e persino Emilia e Michele da Sarno. Tirai fuori le bellissime scarpe col tacco, l'abito che meglio mi stava e indossai tutto ciò con gran vanità.
Cambio scena
Fuori c'era un tempaccio: lampi, fulmini, pioggia e persino grandine. E tra poco sarebbero arrivati i miei per preparare la cena per la festa.
Cambio scena
Arrivarono e mia mamma aveva veramente tantissime borse della spesa con dentro molti tipi di pizze e salumi. Tirò fuori da uno dei sacchetti un grande barattolo bianco con fuori scritto "mozzarella", eppure il barattolo conteneva solo acqua.
Cambio scena
Mia mamma iniziò ad urlarmi che quel pomeriggio avrei dovuto comprare la mozzarella filante da metter sulla pizza; proprio la mozzarella filante. E invece secondo lei quel pomeriggio, che dovevo utilizzare per i preparativi l'avevo buttato via facendo i miei sporchi comodi, come le era solito dire. "Guarda che se metti la mozzarella normale non se ne accorgerà nessuno" le dicevo, ma lei mi rispose che ero sempre la solita che le faceva fare figure di merda davanti alla gente...]

[...Vagavo avanti ed indietro per il Volta, ma non ero sola, con me c'era qualcuno, forse Yola, forse Cec, forse qualcun'altro. Cercavamo un computer che leggesse la nostra penna usb e che fosse in grado di capire realmente quello che ci fosse scritto, pertanto l'attenzione che dovevamo porre al tipo di computer da scegliere doveva essere massima!
Cambio scena
La bidella ci indirizzò al primo piano sotto terra, indirizzo "meccanico", e lì, vagando un po' per le aule un po' per i laboratori incontrammo Zighy, che stava studiando chimica e fisica per i prossimi esami. Però Zighy non aveva ancora la maturità, ma stava studiando per questa, infatti aveva deciso di farsi cambiar di scuola un mese prima della fine delle lezioni: a parer suo il Volta lo avrebbe preparato decisamente meglio del Galilei per la facoltà di chimica.
Cambio scena
Il bidello, di nome Sergio Alonsi, ci parlava in farfallese chiedendoci per cortesia di non disturbare uno dei suoi alunni migliori... e aggiungendo di lasciare l'edificio: non avremmo trovato nessun computer in grado di leggere i nostri file al Volta...]