martedì 23 settembre 2008

Udine

[...Io e Gubbo dormivamo nella stanza di Sid a Udine; dormivamo come stavamo realmente dormendo: sacchi a pelo, materassino gonfiabile. Ci svegliammo di notte all'improvviso e io notai una quantità spropositata di vermi bianchi e piccoli che brulicavano nell'angolo in fondo a destra, e dietro il mobile.
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Gubbo mi fece notare alcuni vermi, ma io ne vedevo molti molti di più. Erano piccoli, bianchi e facevano pure uno stridolio leggero leggero.
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Spostai il mobiletto ataccato al muro e dietro ce n'erano degli altri. Erano tantissimi e tutti orribilmente schifosi.
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Il mio compito era quello di toglierli...]

giovedì 11 settembre 2008

Vacanze valenciane

[...Eravamo io e Gubbo che camminavamo ai bordi di una specie di palude; le acque verdi di questa scorrevano entro un canale. Oltre il canale c'era una strada, e oltre ancora iniziava la spiaggia; una lunga spiaggia che le persone lì in vacanza raggiungevano con delle moto d'acqua navigando il canale paludoso.
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Continuavamo a camminare e io dicevo a Gubbo di stare attento a non cadere dentro, sia perchè l'acqua faceva schifo, sia perchè chissà cosa o chi si nascondeva in quell'acqua putrida e verdognola dall'odore marcio.
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Cademmo in acqua ed assieme a noi altre persone. All'improvviso un gigantissimo bisatto (anguilla), che sembrava più un'anaconda che un semplice sarpente d'acqua, uscì dall'acqua e iniziò a rincorrerci per mangiarci. Mangiò dapprima una ragazza che era caduta in acqua assieme a noi, poi altre persone, e poi diventammo noi due la sua preda.
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Iniziammo a combattere contro la bestia schifosa; Gubbo uscì dall'acqua, io continuavo a combattere. Nel frattempo si avvicinarono al canale una mamma, anziana, dai capelli ricci e biondi, con i due figli; uno dei due venne inghiottito di colpo dalla bestia. Così io riuscì ad uscire dal canale paludoso.
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Vidi la mamma che non preoccupata del fatto che uno dei due figli era stato mangiato disse all'altro: dai vieni, andiamo a prendere il gelato.
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Dopo alcuni giorni tornammo presso il canale, che era stato svuotato cosìcchè le bestie venissero uccise. Gubbo aveva con sè i rollerblade e si divertiva a pattinare dentro il canale, da una sponda all'altra. Ma all'improvviso chi si occupava del canale lasciò libera una pantera nera, che a me sembrava una tigre, così da vedere se questa aveva paura a correre nel canale o no.
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Urlai a Gubbo d'uscire immediatamente dal canale, che la tigre stava arrivando. Lui non mi ascoltava e io pensai che se le andava veramente a cercare...
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D'improvviso mi trovai a Valencia. Camminavo per la strada, era sera tardi e Gubbo non era li. Un uomo di colore, alto, grosso con qualche dente d'oro mi fermò e mi chiese qualcosa, che capii immediatamente esser qualcosa di sessuale. Feci finta di non capire e corsi via.
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Fuori da una gelateria gestita da turchi c'era la polizia, da cui andai per raccontare quel che mi era accaduto. Uno dei gestori sentendo quel che dicevo corse fuori e mi disse che l'uomo sperava che io mi prostituissi per lui e che se non era riuscito a convincermi allora avrebbe fatto una cattiva fine perchè non era capace di niente.
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capii che avendo fatto la spia me l'avrebbero fatta pagare o uccidendomi o rubandomi la borsa (di nuovo); inizia a camminare velocemente per il centro di Valencia cercando di nascondermi un po' tra la folla un po' tra le stradine. Arrivai in Plaza de la virgen e per fortuna incontrai Bedo, Samu, Riccardo che mi dicevano di star calma.
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Volevo un taxi per andare in Blasco Ibanez, dove sarei stata al sicuro. Chiesi al cameriere di chiamarmelo...]