lunedì 20 aprile 2009

Riflessione di lunedi 20 aprile

L'ego porta a voler dire sempre l'ultima parola, e cosi non finirà mai!!!!
C'è qualcosa di molto più importante in ognuno e va oltre la dimensione terrena, fatta di prevaricazione, conflitto ed affermazione di se attraverso l'arroganza o l'ultima parola.
Bisogna per forza arrivare a provare sofferenza per capire quanto è importante amarsi?
Bisogna per forza arrivare a toccare il fondo per capire che noi siamo gli altri, che gli altri siamo noi, e che quando feriamo qualcuno provochiamo in noi, in verità, la ferita?

sabato 11 aprile 2009

Per una persona

Di fronte a quello che mi sta accadendo ormai i miei problemi psico-emotivi non hanno praticamente più alcun rilievo...
Mi chiedo seriamente l'importanza reale che il mondo dà alla vita.
Alla fine sapete cosa vi dico? la gente si lascia, si molla, litiga, perde il lavoro, non si parla... e gran parte della gente è troppo impegnata a fare tutto ciò piuttosto che a pensare a vivere, a voler bene all'altro, ad amare chi gli sta accanto. Purtroppo sono poche le situazioni che ti permettono di capire che la vita è ben altro rispetto a "il moroso mi ha lasciato", oppure "ho preso 18 all'esame"... bè... cosa vorrei trovare domani nell'uovo di pasqua? non Marco, nè una laurea, nè un lavoro o una casa, ma il bambino che ha perso mia mamma... vorrei che quel piccolo essere di 3cm a cui ha smesso di battere il cuore tornasse lì, per crescere e nascere tra qualche mese.
Bè, ho sempre vissuto le mie innumerevoli peripezie (moroso, amici, pare mentali assurde, malattie...) come cose e situazioni insoromontabili e dalle quali non c'era via d'uscita, e invece l'unica realtà che non ha via d'uscita è la morte.
Una persona a cui voglio bene ora non c'è accanto a me, ma so che è viva e questo mi basta; sto parecchio male fisicamente, ma non ho tumori o malattie terminali e questo dovrebbe farmi star bene... e infatti sto bene.
E' la gente che si lamenta per ogni minima stronzata e che non è in grado di guardare le soluzioni per quello che sono... è la gente che vuole far finta di cercare soluzioni più grandi di se stesse e non si accontenta di quello che ha...
bè, io mi sarei accontentata di stare sola, senza quella persona, senza una laurea, magari calva, orribile e stupida, ma con un fratello / sorella... e invece ogni castello che ormai tutti si erano costruiti è caduto, in circa 3 secondi.
E lo strazio più terribile è vedere la propria mamma che piange per la morte di un figlio non ancora nato, non ancora partorito, senza un nome, una data, un sesso, un carattere...
Quei pochi istanti sono bastati a disilludere aspettative, idee, pensieri, sogni, ambizioni... sono bastati a far star male una famiglia intera che non sa gestire una situazione più grande di quello che sembra: una morte!

Non c'è un motivo preciso per cui ho scritto tutto ciò... mia mamma se ne sta in letto a piangere e a mangiare merendine, mio papà lavora 25 ore al giorno, perchè il solo fermarsi lo farebbe riflettere troppo su ciò che è successo, ed io non esprimo più di tanto se non che scrivendo. Una volta mi sentivo più libera di esprimere soprattutto in compagnia di qualcuno in particolare, ma ora che questo qualcuno se n'è andato devo adattarmi di conseguenza.

Voglio solo dire a chi legge che non deve passare la vita a dare importanza a stronzate...
...perchè se un giorno la persona che avete tanto amato ed odiato, la persona con cui avete litigato troppo, che avete mandato a cagare definitivamente non ci sarà più, vendereste gambe e braccia solo per vederla 5 minuti in lontananza e capire che tutti quei problemi che voi indicavate con la parola "merda" sono un nulla difronte ad altro...

Quanto tempo ho sprecato a litigare invece che a vivere... e io avevo / ho la possibilità di vivere; mi chiedo perchè a qualcuno, come al piccolo fratello che avrei avuto, questa è stata negata...

Lui è esistito nella vita di tutti noi per circa 10 giorni... aveva anche il suo uovo di pasqua, la sua firma sul biglietto di auguri per Nonno Bruno e un paio di scarpette nuovissime che gli aveva preso Zia Lella, nonchè un bellissimo ricamo che gli stavo facendo io a punto croce... e ora di lui esiste una piccola cartella clinica, il cui nome è "aborto interno 10+6"...

Voglio comunicarvi di non lasciar nulla in sospeso, di parlare, di comunicare e di voler bene, perchè finchè c'è l'amore, l'affetto c'è tutto: io e mia mamma non ci sopportiamo, eppure chi l'ha accompagnata in ospedale? IO.
Spero di evitare agli altri di fare ciò che ho fatto io: vivere dando importanza a leggere sottigliezze, anzichè a reali sentimenti... e qui mi riferisco in particolare ad una situazione.

martedì 7 aprile 2009

Ciclicità 1

Sotto sotto le cose si ripetono, esiste nella mia vita, così come nel mondo tutto una ciclicità che, benchè nota, ci, mi sbalordisce di continuo.
Ciclicità, questa, che si concretizza spesso nelle relazioni, sentimentali, affettive, famigliari... è tutto un susseguirsi di situazioni, più o meno reali, più o meno contradittorie e più o meno fraintendibili, che vanno e vengono come i pensieri di chi le crea.
E alla fine, dopo aver creato queste situazioni, che bene o male dovevano nascere, perchè noi, caratterialmente e sentimentalmente, le partoriamo, ci ritroviamo con in mano un pugno di nulla... un pugno di ricordi...
Un pugno di ricordi piacevoli, tristi, su cui sorridere, su cui dire "di nuovo...", di nuovo perchè si spera di capire dall'evento ciclico accaduto precedentemente.

Proprio il mio amico Teine (lui sa chi è :-D) vive ciclicamente: i suoi cicli durano solitamente 2 anni e ogni 2 anni egli cade nella depressione e nel baratro più totale, dal quale si rialza nell'arco di massimo 3 mesi.
E ora cosa mi dice lui? mi dice che devo credere in ciò che faccio; io ciò credo!
mi dice che devo lavorare per me stessa ma mantenendo uno scopo, ormai ritengo impossibile, di base; io lavoro su me, ma lo scopo è andato a farsi benedire...
mi dice che ho proprio una vita sfigata; non ho una vita sfigata, sono io che per sentirmi viva, è triste da dire, in questo momento della vita ho bisogno di soffrire.
E soffrire non serve a un bel niente, se non che a crescere (parole di Marco foiba). Infatti lui non mi augura ogni bene, ma qualche male, affinchè io possa capire, per tempo, cosa, come, quando e perchè sbaglio... affinchè io possa, come dice lui, recuperare ciò che è ancora recuperabile, magari in extremis, magari con una toppa...

Domani saprò se avrò un fratello o una sorella; la cosa mi emoziona, moltissimo.

E ora non rimane nient'altro che aspettare... cosa non lo so, magari un treno dei desideri, magari una carovana (?), magari una fata turchina, una strega... aspettare; ed aspettando, e sperando che non si creino ulteriori fraintendimenti, agire, in buona fede.

Ho la vita stracolma di fraintendimenti, di cose non dette, pensieri non pronunciati e riflessioni tenute per me... se avessi parlato per tempo con chi di dovere ora guarderei il tutto, la famiglia, la gravidanza della mamma e pure la ciclicità maleddeta con più convinzione e consapevolezza.
E vabè...