mercoledì 13 maggio 2009

Sofia Huber

E' nata a Trieste il 20 luglio 1914. Non so bene che aspetto avesse, ma era sicuramente piccola e bionda, carina, un po' aspra o acida, arrogante... istruita, colta, un po' tedesca, un po' istriana, era Triestina. Come una di quelle belle "mule de Trieste": donne di casa, donne di mondo, lavoratrici, mamme, mogli e amiche, amanti e mondane. Era sicuramente bionda e aveva ciò che io non ho: gli occhi azzurri. Era molto più formosa e amava i cappelli, grandi, pacchiani, che davano nell'occhio e che le risaltavano i ricci. I genitori avevano bottega, magari erano sarti, magari salumieri, avevano sicuramente bottega, ma i suoi studi l'allontanarono da quel mondo.
Conobbe un uomo, più grande di lei, di famiglia benestate e molto seducente. Un uomo alto. Un uomo che a distanza di anni è ancora presente nella sua vita e che lo sarà per almeno altri cent'anni. Un uomo sicuramente più tedesco di lei, sicuramente più austro-ungarico nel senso stretto del termine. Si sposarono anche abbastanza presto, attorno ai 24 anni, ma purtoppo Sofia dovette esser accompagnata dalla madre all'altare. Il padre la abbandonò prima; abbandonò la madre, Sofia e la piccola sorella nata da pochissimo.
I due si sposarono e concepirono tre figli: una femmina, un maschio ed una femmina, che attualmemte vivono a Trieste. Le due bambine sono cresciute come la madre: son rimaste bassine, biondine e hanno un'eleganza ed una classe che è nota solo a chi ama il neoclassicismo. Il maschio è diventato come il padre, un uomo pragmatico, senza mezzi termini per cui esiste il bianco o il nero. Un uomo deciso che non si volta indietro se non che per amore.
Sofia è rimasta vedova, e tre anni dopo è morta pure lei. Era un agosto di quasi 21 anni fa, era il 17 agosto, era un giorno caldissimo, un mercoledì pomeriggio.

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