domenica 2 marzo 2008

Decadentismo moderno

[...Ero tornata in Italia dopo molti anni. Tutto era cambiato: le case erano abbandonate e distrutte; la gente scappava e correva veloce; pochi avevano ancora un lavoro e il grigiore della città aumentava giorno dopo giorno: era Trieste quella che stavo vedendo, ma non era la Trieste d'una volta. Ciò mi cosparse di tristezza e malinconia. In quel momento mi trovavo in macchina con mia mamma. Guidava lei. Mi raccontava di come l'Italia fosse caduta così in basso: lo stato aveva dato tutti i soldi rimasti alla povera gente, agli operai, ai precari... ma questi non ne avevano fatto un buon uso: avevano speso tutti i risparmi in sciocchezze, a dir poco frivole e superficiali: vestiti costosissimi, caramelle e videogiochi per la play station.
Cambio scena
Mia mamma mi faceva notare la decadenza degli appartamenti e dei ponti, finchè non giungemmo a quella che era l'abitazione mia e dei nonni. Avremmo avuto poco tempo, forse un'ora, per recuperare le cose di valore e andarcene, scappare il più veloce possibile dal mondo che stava finendo.
Cambio scena
La casa era buia, dalle pareti gialle, e l'appartamento si trovava in uno dei piani alti. C'era molta confusione: tantissimi cassetti e mobili stracolmi d'oggetti d'antiquariato che erano appartenuti ai fantasmi del passato. Gran parte di quelle cose erano di mia nonnna, la mamma di mio papà: lei sarebbe rimasta a Trieste perchè il futuro non le apparteneva più. Il futuro era dei giovani, e lei oramai era vecchia, pertanto sarebbe rimasta nella sua città, per vederla svanire...
Cambio scena
Prendemmo le cose più importanti, tra cui molte coperte di lana, e ci mettemmo in viaggio verso altri luoghi. Si stava facendo buio e la srada era trafficatissima... tutti se ne andavano.
Cambio scena
Pensavo al destino dell'Italia e della mia piccola città... che ne sarebbe stato della mia famiglia e dei miei nonni... Dov'ero stata tutto questo tempo? ...]

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