venerdì 7 marzo 2008

Psicosomatismo

Non ne hai un'idea chiara finchè non lo provi o non lo subisci. Ti limiti a consigliare, a dialogare... soprattutto il giovedì sera, assieme a quelle persone che cercano, sia con un sorriso, sia con una birra in mano e ridendo, sia esplicandoti la loro più intima morale, di farti capire che sarebbe possibile e che potrebbe accadere. Tu non vuoi crederci: non sei ingenua, tantomeno vivi in un mondo "fatato e fiabesco", ma non ti è mai accaduto nulla di simile. Sai come potresti reagire, perchè conosci le tue debolezze ed i tuoi sentimenti, ma non vuoi lasciar spazio a questi pensieri. O forse ne vuoi lasciar fin troppo: ti lasci influenzare dai sogni, dai pensieri febbrili, e dall'assenza.
[...Dico a mia mamma che il dottore mi ha diagnosticato un tumore della pelle, come quello che aveva lei, ma il mio è sulla schiena: glielo faccio vedere: le macchie crescono e si muovono, sono indipendenti e ormai si sono stabilite lì. Lei non ci crede: spera che non sia vero. Io le spiego che è normale che mi sia venuto un tumore, data la mia debolezza attuale. Lei continua a non crederci e spera che siano macchie di caffè quelle che ho sulla pelle.
Cambio scena
Per lunghe ore osservo il tumore crescere e crescere... che aumenta e diminuisce... che diventa più forte e più debole.
Cambio scena
Non voglio fare la chemioterapia e mi oppongo al consiglio dei dottori e di mia mamma... guarirei anche senza la chemioterapia, dico a loro, che non mi credono. Non voglio farla perchè il mio tumore è psicologico: è nato a causa della lontananza, del tradimento, della febbre... ]

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedi Giara, noi triestini abbiamo Svevo nel sangue.

Lapantigana ha detto...

Noi oggi siamo il ricordo di Svevo.

Anonimo ha detto...

Magari fosse vero, no?