sabato 19 aprile 2008

Amori confusi sotto una pioggia muggesana

[...Ero in Via Roma a Muggia; pioveva a dirotto e dovevo raggiungere in un pub Sid, mio moroso Marco ed altri loro amici poichè erano appena tornati da un lungo e stancante viaggio in montagna, una sorta di altavia: entrai nel pub, feci per salutare tutti quando Marco si girò dall'altra parte, senza salutarmi, senza dirmi nemmeno un "ciao" o guardarmi in faccia. Io non capii quel gesto, ma non mi posi nemmeno il problema del perchè avesse potuto fare così. Salutai e me ne andai.
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Cambiai locale per raggiungere altri miei amici; appena entrata c'erano Nik e Gigi, che erano altri due miei morosi... e nemmeno loro sprizzarono di gioia nel vedermi: infatti non mi salutarono!
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Non capivo chi era realmente il mio ragazzo: Marco? che forse avevo tradito, o da cui forse ero stata tradita; Nik? che non mi rivolgeva nemmeno la parola; Gigi? che pensava solamente a bere birrette ed a falsificare le schede elettorali. Avevo le idee molto confuse.
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Presi la macchina per andare a Muggia, verso il Villaggio del pescatore; c'era un tempo veramente straordinario: un sole meraviglioso stava tramontando sul mare. Che bella vista che deve avere Grido da casa sua, pensai. E anche Martina e Walter... Infatti se guardavo molto attentamente verso punta sottile potevo scorgere una donna dalle forme molto pronunciate che entrava nel mare basgnato dal sole.
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Incontrai per caso Josko assieme al suo amico Sebastiano; io stavo uscendo da un supermercato che is trovava in mezzo tra il Bar Europa e tra la Farmacia; mi accorsi che fuori stava quasi grandinando e caricai i due ragazzi di corsa in macchina, ed iniziai a guidare per tutta Muggia: da Lazzaretto a Santa Barbara.
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Iniziai a percorrere la discesa curvilinea, sotto la pioggia, del Villaggio del pescatore ma i freni funzionavano poco, molto poco, e Sebastiano dovette intervenire per fermare la macchina, affinchè non scivolasse giù.
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Josko mi disse che Sebastiano c'era anche alla mia festa; scesero dalla macchina, io diedi a loro l'ombrello; mi cambiai di posto sedendomi dietro, e mi addormetai in macchina sotto la pioggia, aspettando che mia mamma mi venisse a prendere. ...]

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