domenica 6 gennaio 2008

Impressione parigina


"...Eravamo lì io mio nonno e mia nonna, a Parigi, era la prima volta che vedevo la città, eppure si mostrava diversa da come l'avevo sempre immaginata: grigia, distrutta, e anch'essa come Trieste possedeva una Piazza Oberdan. Da lì pensai che molte altre città avevano una Piazza Oberdan, e chissà perchè no pure una ripida salita medievale, come quelle che ci sono a Rovigno per arrivare alla chiesa di Santa Eufemia, cosa che si confermò immediatamente dopo. Mia nonna sparì all'improvviso, aveva altro da fare che venire a mangiare con me, mio nonno, alice, carlo, claudia, samu. Loro ci aspettavano già dentro: io ero in ritardo e mio nonno aspettava me.
Cambio scena
In mezzo ad una piazza, molto simile a Piazza del Campo, c'erano 4 o 5 uomini a cavallo che con la loro spada uccidevano tutti i passanti. Questi uccisori saltavano fuori dal sottosuolo come scarafaggi, vestiti di nero, con un grande mantello ed una maschera. Estraevano la loro grande spada ed iniziavano ad infilzare chiunque passasse di la. Io ero su una carrozza, e la loro regina, una donna anch'essa vestita di nero, ma dall'aria allo stesso tempo temibile e buona, mi vide, e invece che darmi in pasto alle loro lame, mi nascose sotto la sua gonna. Il motivo? ero solo una bambina, infatti avevo 4 anni. Questa scena mi riconduceva al medioevo, età che rimembravo con un pizzico di malinconia.
Cambio scena
Finalmente andai verso il ristorante. Tutti erano parecchio infastiditi dal mio perenne ed ormai cronico ritardo. Finito di mangiare uscimmo dal ristorante. Era sera. Io sapevo che se fossi montata su una delle pietre del lastricato, non stabili, immediatamente i cavalieri sarebbero usciti dal sottosuolo per uccidermi: ormai non ero più una bambina di 4 anni. Io lo sapevo, tutti lo sapevano che la morte poteva arrivare da un momento all'altro: questi cavalieri erano come i bambini rumeni che vivono nelle fogne di Bucarest... loro uscivano dalle lastre di pietra, questi ultimi dai tombini. Questo fu il pensiero che feci. ..."

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