mercoledì 23 gennaio 2008

Etichette denigratorie, stereotipi e pregiudizi

[...cammino per le vie di Trieste, quando giunta in Via Carducci un venditore ambulante mi ferma per chiedermi dei soldi. Io gli spiego che non ne ho, ma lui mi prende per il maglione e mi scuote, urlando che vuole i miei soldi. Immediatamente si accende nella mia mente l'idea, il concetto di pensiero (sono viva, dunque, pensai: cogito ergo sum...) e subito dopo la categoria immigrato, marocchino... Stavo categorizzando attraverso lo stereopito del marocchino l'uomo dinanzi a me.
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Il palazzo in cui mi trovo è molto molto grande, e so che è popolato da razzisti, orgogliosi d'esser tali: imprenditori nordisti, iscritti alla lega, votanti la lega, abbonati a "La Padania" e perchè no pure a "Il Giornale". Mi sento sia a mio agio, che a disagio: col nuovo governo noi commercianti abbiamo avuto molti controlli, ingiusti, che hanno messo in discussione la nostra buona condotta in termini lavorativi, nonchè sociali. Eppure non ho mai e poi mai desiderato una secessione, e nemmeno una secessione fiscale, argomento trattato dai nordisti nella grande sala in quel momento. Tutti portano il fazzoletto verde e stanno discutendo sulla preparazione di di una battaglia: nordisti contro sudisti. Mia mamma si propone come crocerossina a patto d'indossare la croce verde e non rossa; mio papà invece propone la costruzione dello Stato di Trieste.
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Ed ecco arrivare Giorgio, Tiziana e Federico. Federico, dall'aria minacciosa tiene in mano una piccola balestra. "Colpirò sul naso tutti coloro i quali non voteranno destra alle prossime elezioni" urla, rivolto soprattutto a me. Giorgio e Tiziana mi fanno ragionare, inutilmente, sul perchè sarebbe meglio se io dessi il mio voto a Fini o a Calderoli, piuttosto che a Pecoraro Scanio o a Bertinotti, ma non capiscono che quella non è la mia strada. ...
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Mi sposto in un'altra stanza dove osservo un ossessivo-compulsivo che mi chiede aiuto. Io gli spiego che non sono ancora una psicoterapeuta, ma che lo sarò. Dunque decido di mandare una lettera al Ministero per farmi assumere come insegnante di filosofia.
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Sono ora davanti a Fioroni, il quale mi dice che non posso diventare un'insegnante di filosofia perchè secondo lui non so nulla. Allora, particolarmente arrabbiata ed irritata chiedo a lui, laureato in medicina e chirurgia cosa ne vuole sapere di filosofia. Mi dice che ho ragione, pertanto mi concederà di esser supplente, ma non insegnante! ...]

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